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Scajola: «Puntiamo al 50% di combustibili fossili, 25% nucleare e 25% fonti rinnovabili»

dall'inviato Piero Fornara

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3 ottobre 2008

CAPRI – Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sottoporrà al Consiglio europeo dell'energia, che si terrà a Lussemburgo la prossima settimana, una serie di proposte di modifica al Pacchetto "20-20-20" della Ue (riduzione entro il 2020 del 20% dei gas serra e del 20% dei consumi energetici e produzione del 20% di energia da fonti rinnovabili, ndr): lo ha annunciato lui stesso chiudendo la prima giornata del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria in corso a Capri.

Dall'applicazione delle nuove norme allo studio dell'Unione «solo per quanto riguarda efficienza energetica e fonti rinnovabili, potrebbero derivare per il nostro Paese oneri aggiuntivi pari a circa 40 miliardi di euro fino al 2020 – ha spiegato Scajola – senza contare gli oneri derivanti da ulteriori interventi, la cui entità è ancora di difficile valutazione». Di qui le proposte di modifica del Pacchetto, fra le quali il ministro ritiene «irrinunciabili» una maggiore flessibilità degli impegni e l'introduzione di clausole di revisione della disciplina.

Scajola nel giorno del via libera del Consiglio dei ministri del ddl delega sul federalismo fiscale si è detto convinto che «la politica energetica, al pari della politica estera, della difesa e della sicurezza, non possa che essere attribuita in via esclusiva alle competenze dello Stato». L'obiettivo della politica energetica su cui punta l'Italia, ha precisato, «è un mix del 50% di combustibili fossili, del 25% di nucleare e del restante 25% di fonti rinnovabili».

Il Governo intende procedere per giungere alla "posa della prima pietra" di un primo gruppo di centrali nucleari entro il 2013, ha dichiarato Scajola. Il ministro ha spiegato che «il nucleare è l'unica fonte in grado di garantire la produzione di elettricità su vasta scala, a costi competitivi e senza emissioni di gas serra». Inoltre il Governo sta «valorizzando finalmente le enormi risorse di idrocarburi non ancora sfruttate nel nostro Paese, pari a non meno di 1 miliardo di barili, per un valore stimato in 100 miliardi di dollari; stiamo semplificando le procedure per le autorizzazioni aumentando l'impiego del carbone pulito e promuovendo le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica».

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